Chiesa di San Tommaso d'Aquino (San Domenico)
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Situata nella piazzetta E. d'Agnese, nella parte a valle del fosso del Rivo, è la rifondazione della vecchia chiesa di S. Pietro (l'attuale coro), a sua volta fondata su un piccolo tempio del VI secolo.
La costruzione della chiesa fu voluta da Sveva Sanseverino in onore del suo prozio S. Tommaso d'Aquino da cui prese il nome. Dopo 14 anni di lavori la chiesa, con l'annesso convento, fu consegnata all'ordine dei Predicatori nel 1414.
E' una sovrapposizione di ben tre stili architettonici: di gotico ha il portale, la volta del coro e il chiostro; di rinascimentale ha l'area cantoria, il coro ad intaglio e le cappelle; di un disarmonico barocco è solo l'altare maggiore.
Possiede due cori, quello più grande è situato dietro l'altare maggiore e serviva per le grandi occasioni; quello più piccolo era situato su una piattaforma sorretta da due esili colonnine in pietra poste all'ingresso della chiesa.
San Domenico è in gran parte rifatta ed i due altari laterali sono stati eliminati.
Nella cappella dei Confreda (famiglia del luogo, ndr), sotto il campanile, rimane un S.Pietro da Verona, lavoro firmato da Battista Aretino del 1552.
"Non é nemmen da tacere la bella opera dipinta dal cavalier d'Arpino nella città di Piedimonte d'Alife, e propriamente nella chiesa de'padri Domenicani in una cappella, dove ne'muri laterali di essa espresse il Giudizio Universale, con stravagante e copioso componimento, figurando nel destro lato le anime giuste chiamate dal Giudice Supremo alla gloria del Paradiso; nelle quali si vede il giubilo, la divozione e la confidenza nella Divina Misericordia: laddove in quelle condannate all'Inferno, si vede il dolore, il pianto, e la disperazione; e nelle figure de' demoni! vi son capricciose, ed orribili forme, che danno spavento a chiunque le mira; essendo effigiati in varie mostruose spaventevoli forme. Intorno a questa bell'opera , chi queste cose scrive, assieme con Niccolò Maria Rossi, virtuoso discepolo del celebre Francesco Solimene, restarono per buona pezza ammirati, allorché uniti si trovarono una volta a Piedimonte, considerando in essa il gran componimento, l'ottimo disegno, le stravaganze de' concetti, l'espressione mirabile degli affetti, e la bontà del tutto assieme dell'opera. E certamente merita il cavaliere gran lode per questa pittura, come lo merita di tutte le altre ch'ei fece: che se nell' ultimo degenerò dalla bontà primiera, si deve ciò condonare all'età la debolezza di esse; dappoiché col crescer degli anni manca il primiero vigore, e 'l mancamento dello spirito indebolisce le operazioni dell'intelletto , e l'esecuzion della mano." (Bernardo de' Dominici, Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani, Napoli 1844).
Di Fabrizio Santafede (+ 1634) esiste una tavola di m.2x1,7: si tratta di una bella e movimentata composizione della Nascita della Vergine. I Domenicani chiamarono ad abbellire la chiesa anche i fratelli Cesari.
Ancora nella cappella del Sacramento una Crocifissione attribuita a Corenzio Belisario e una bellissima Natività ad opera di N.M. Rossi.

 
   
 

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