Il Matese, di cui
Piedimonte si fregia di esserne la porta di accesso del versante casertano,
è terra di pascoli e di transumanza per cui le carni ovine, bovine e suine,
che devono la loro genuinità agli incontaminati pascoli delle pendici
matesine, come tutti i derivati del latte, recitano un ruolo da
protagonista.
Tolte le consuete cotture alla brace ed allo spiedo, si possono gustare:
l'agnello o capretto alla pecoraia, tagliato a pezzi e cotto con acqua,
sale, cipolla e naturalmente peperoncino per essere poi servito su fette di
pane abbrustolito; lo spezzatino di capretto alla cacciatora; l'agnello cace
e ova del Matese, infine la pezzata, carne di agnello cotta secondo le
antiche ricette della antica transumanza, cioè fatta bollire per ore in
grosse caldaie con gli odori reperibili nei luoghi del bivacco.
A Piedimonte Matese la gastronomia locale, oltre a quella tipica del Matese
in generale, offre una notevole varietà di piatti locali tipici, come: la
pasta fatta in casa (laine e fagioli o ceci), i
cavatelli sempre fatti in casa, la zuppa di sedano con baccalà, la
minestra m'maritata (pezzi vari di suino farciti in un
miscuglio di verdure del territorio), cardilli e fagioli, i
casatelli di pasta fatta in casa ripieni prosciutto, uova,
formaggi e cotti nel forno a legna; i caniscioni sempre di
pasta fatta in casa ripieni di verdure del territorio e cotti nel forno a
legna.
Nel supplemento ordinario n. 48 alla Gazzetta Ufficiale nr. 141 del 20
giugno 2014, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali,
ha pubblicato il proprio decreto, afferente la quattordicesima revisione
dellelenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Per il
Matese sono stati riconosciuti tutti i formaggi. Si tratta del Caciocavallo
del Matese, del Caso maturo, del Casu rè pècora del
Matese;, del Formaggio morbido del Matese, degli Scamorzini
del Matese; della Stracciata del Matese.
I salumi evocano immediatamente sapori e profumi che da sempre solleticano
il palato di quanti apprezzano il gusto e la qualità delle carni suine.
Parlare di qualità è indispensabile quando si vogliano gustare salumi degni
di questo nome e non semplici insaccati insaporiti senzarte, perché è
proprio la qualità delle carni lelemento fondamentale per la riuscita di
prodotti eccellenti. Nel Matese la macellazione e la lavorazione delle carni
di maiale vantano tradizioni antichissime, spesso tramandate per
generazioni.

Negli ultimi anni molti produttori locali hanno deciso di investire nella
produzione di salumi
di maiali di razza casertana. Una
razza che era quasi scomparsa dal territorio e quasi dimenticata, ma con
carni dal sapore unico. Il recupero e lallevamento di questa razza ha
portato alla nascita di una nuova linea di prodotti. Il fiore allocchiello
è il Culatello del Matese, nato con laspirazione di creare,
sul territorio, un prodotto dal sapore eccezionale, adatto ai palati di
tutti.
Il Culatello del Matese viene ottenuto da maiali dal peso di almeno due
quintali, il cui grasso sottocutaneo conferisce alle carni proprietà
organolettiche apprezzatissime, soprattutto dagli intenditori. Il Culatello
del Matese è un prodotto unico, stagionato in cotica e non in vescica, dalla
salatura e dellaromatizzazione con una miscela di erbe del territorio.
Molto sviluppata è la produzione di salsicce e
soppressate con metodi di lavorazione tradizionali, anche
leggermente affumicate. Una menzione a parte merita il prosciutto di
Pietraroja (versante beneventano del Matese). Il prosciutto di
Pietraroja grazie allaria fresca del paese, situato ad oltre
800 metri slm, è rinomato per la sua
essiccazione naturale, che avviene solitamente allinterno di
vecchie cantine nelle quali sia i paesani che gli abitanti dei paesi
limitrofi portano i loro cosci da stagionare. Le prime notizie della
tradizionale produzione dei rinomati prosciutti di Pietraroja, risalgono al
700 quando il Duca di Laurenzana di Piedimonte non faceva mai mancare nella
sua mensa una buona quantità di questo prodotto.
Alife ha le sue eccellenze gastronomiche riconosciute dal Ministero dello
Sviluppo Economico, come la Cipolla Alifana e il
Fagiolo Alifano, come il Cera. Nel Comune di Valle Agricola e nella fascia
pedemontana del Massiccio del Matese si produce in piccole quantità una
lenticchia molto pregiata, detta "lenticchia di Valle Agricola".
E' un ecotipo locale di medie dimensioni e colore piuttosto scuro. La buccia
sottile favorisce la cottura ed esalta il sapore intenso, caratteristico e
pregiato. Le regole di coltivazione rispecchiano la tradizione colturale
dell'area: infatti i campi non sono molto estesi, continuano ad essere
familiari e la lenticchia viene utilizzata soprattutto per il mercato
locale, conservata in sacchetti di tela grezza a trama grossolana e
sfruttata soprattutto essiccata per la preparazione di piatti della cucina
tradizionale locale. Nei comuni di S. Gregorio Matese, Gallo Matese e Letino
si coltiva un ecotipo locale di fagiolo dal baccello di colore
ocra e dimensioni piccole; i legumi sono di colore bianco, piccoli con
cicatrice ilare mediamente evidente, di forma depressa, reniforme non
accentuata, buccia sottile, sapore delicato, elevata digeribilità la pianta
a portamento rampicante, ad accrescimento indeterminato, alta 1 metro,
tradizionalmente tutorata al mais rosso locale, fiore di colore bianco.
Il bosco e la campagna del territorio offrono prodotti tutto l'anno, come i
famosissimi funghi porcini (Boletus Edulis e fam.) del
Matese, ma anche pioppini (Cyclocybe
aegerita),
chiodini (Armillaria
mellea), trombette di morto (Craterellus
cornucopioides)
e orecchioni (Pleurotus ostreatus).
E' possibile raccogliere e cucinare
alcune tra le più interessanti piante spontanee alimentari, ricche di sapore
e di benefiche proprietà. Le piante che vi propongo sono molto diffuse,
facili da riconoscere e da usare, perfette per comporre piatti eleganti,
profumati e colorati: l'origano, la santoreggia,
gli asparagi, i germogli di luppolo e di
vitalba (Clematis Vitalba).
Parlando di vini è d'obbligo citare in primis il Pallagrello
(o Pallarello). E' il nome tradizionalmente attribuito ad un vitigno
autoctono dei monti del Matese. Nel dialetto locale, pallarello
significa infatti "rotondetto", in riferimento agli acini del grappolo, che
hanno forma piccola e tonda. È uno dei pochi casi di vitigno a bacca bianca
e rossa.
E' un vino storico, valorizzato da Ferdinando IV di Borbone per la bellezza
della vigna, che decise di valorizzare ordinando ai sui giardinieri la
creazione della Vigna del Ventaglio: «Un semicerchio si legge in
una descrizione del 1826 diviso in dieci raggi, tanto somigliante ad un
ventaglio che ne ha preso e ritenuto il nome. Ciascun raggio, che parte dal
centro, ov'è il piccolo cancello d'ingresso, contiene viti d'uve di diversa
specie». Nei dieci raggi, altrettante diverse qualità di uve, tutte del
Regno delle Due Sicilie, ma solo due campane: il Pallagrello bianco e nero,
varietà all'epoca denominate Piedimonte bianco e rosso dal luogo di
provenienza.
«I vini di questa contrada si legge in un Dizionario geografico del
700 sono eccellenti così bianchi come rossi, e sono de' migliori del
Regno così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che
risvegliano nel palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli, e sono
stimatissimi ne' pranzi».
I Borbone lo offrivano come regalo di pregio ai propri ospiti e lo
includevano, con il nome di "Piedimonte rosso" (vista la provenienza
dallomonima zona del Matese), tra i vini presenti nei menu e nelle carte
dei vini per le grandi occasioni, accanto ai più titolati vini francesi.
Si ricorda ad Alife anche il vino della località S.Michele,
citato nell'enciclopedia dei vini del Veronelli.
Lolivicoltura di qualità sta crescendo molto nel territorio matesino,
grazie allimpegno profuso di associazioni, professionisti, enti,
imprenditori, e non per ultimi gli olivicoltori che stanno acquisendo la
grande consapevolezza che con limpegno lolio buono si può fare. Fra i
migliori oli extravergini del mondo cè anche il Matese con lazienda
Antico Podere Matesino, nata da poco più di un anno e già fra le
migliori realtà territoriali. Lolio del Matese, medaglie doro al Concorso
Internazionale EVO IOOC. Ma sono già numerosi i privati e le cooperative del
Matese che producono oli extravergine di oliva nel pieno rispetto delle
tradizioni. La Cooperativa Colline del Matese,
costituita nel 2000 da 20 soci fondatori; il
Tondello del Matese coltura monovarietale autoctona, come il
Koinè; La spremitura viene fatta esclusivamente mediante
procedimenti meccanici a ciclo continuo e consente di mantenere nell'olio
tutte quelle qualità nutrizionali che si trovano nel frutto degli ulivi.
Mediante questa lavorazione si possono ottenere un oli di oliva extra
vergine di altissima qualità, dal sapore unico, con bassissima acidità e
dalle indiscutibili proprietà nutritive. Sono oli ottimo sia per condire a
crudo (provatelo su bruschette e insalate!) che per condire pietanze calde,
apportando ad ogni piatto tutta la loro decisa fragranza.
Un grande impulso al settore oleario locale attraverso meeting,
mostre-mercato e corsi ad hoc è dato dall'encomiabile associazione
GastroliArt.
Quando si dice che quanto esposto è finito tutto a tarallucci e vino
vale a dire che tutto è finito nel migliore dei modi, è significativo che
proprio il tarallo sia il protagonista di un detto così amichevole!
Simbolo di unione, di benevolenza e di allegria, associato da sempre a
momenti piacevoli: vi era lusanza, fino agli anni 70, quando si
festeggiavano i matrimoni nelle grandi aie di campagna, di offrire accanto
ai confetti e alle pastette, una gran quantità di taralli, anche
nelle varianti con le uova o con il naspro. Un prodotto tanto semplice
quanto gustoso, che nei suoi ingredienti raccoglie alcuni tra i frutti
caratteristici della terra matesina: olive e grano!
In tutti i comuni del Matese troviamo unimportante tradizione nella
produzione di prodotti da forno, che trae origini dalla storia, dalla
cultura e soprattutto dalla ricchezza degli ingredienti disponibili. Alla
produzione del tarallo classico si è affiancata quella di altre specialità:
taralli dolci, biscotti (tra cui spiccano quelli di San Gregorio Matese e
Valle Agricola), freselle e dolci; tutte prelibatezze che raccontano
la storia gastronomica matesina! Il sapore unico e lalta qualità di tutti
questi prodotti li rende adatti ad essere consumati in qualsiasi occasione. |