I tentativi per la realizzazione
della ferrovia
Telese-Caianello
Da un articolo del periodico Il mondo
illustrato (Torino ed. Pomba, n.28 del 10 luglio 1847), sappiamo di una ferrovia da
costruire da Capua a Castelcampagnano,
dove all'imboccatura del Calore nel Volturno doveva essere costruita una stazione per
il tronco che andava verso gli Abruzzi, e toccare la
città di Piedimonte d'Alife,
una delle più popolose e industriose città di Terra di Lavoro, la strada doveva continuare poi fino a Venafro,
per proseguire per Cassino, fino ad afferrare le frontiere dello Stato
pontificio. Ma non se ne fece niente.
I primi progetti per la costruzione di una ferrovia che, collegando l'Adriatico
al Tirreno, togliesse Piedimonte dall'isolamento risalgono
alla metà del 1800, più precisamente al maggio del 1853 quando il
barone Panfilo de Riseis presentò il progetto di una ferrovia a doppio
binario sul seguente percorso: Napoli, Aversa, Piedimonte d'Alife,
Castel di Sangro, Lanciano, Ortona, Pescara, con diramazioni per
Teramo, Popoli e Sansevero. Dopo uno studio di andamento, costo ed
utilità, effettuato dagli ingegneri Vincenzo Antonio Rossi e Giustino
Fiocca, si ottenne anche, nel 1856, la concessione da parte del
Sovrano. Infatti Re Ferdinando aveva concesso a titolo d'incoraggiamento ducati 750 per miglio per 50
anni. La linea, raggiunto il Torello, prima di Telese,
assumeva una diramazione per Piedimonte, il Medio
Volturno, e per la valle di Sangro.[1]
Ma la possibilità che tale linea fosse costruita anche con capitali
stranieri fece irrigidire i Borboni che non volevano scossoni al loro
delicato momento di reggenza, e così non se ne fece nulla.
Dopo che
Nel 1879 fu approvata la legge ferroviaria. L'on. Roberto Gaetani d'Aragona propose un emendamento, e cioè che
A Piedimonte
intanto
s'era anche costituito un Comitato ferroviario
formato da O. Gaetani d'Aragona, Principe di Piedimonte e Senatore del Regno; da N. Ventriglia,
Consigliere provinciale e da G. Egg, industriale.
Comitato e Giunta comunale fecero stampare il progetto dell'ing. Paolo Dovara,
e il 7 ottobre 1878 lo raccomandarono all'alta
sapienza e giustizia distributiva dell'on.
Commissione parlamentare. S'intitolava: "Completamento della strada ferrata arteriale fra Roma e le Puglie,
mediante il tronco da Presenzano o Caianello a Telese per Piedimonte
d'Alife", pubblicazione
di grande interesse per le carte e i calcoli che contieneva.
Il 23 e 26 giugno 1882
si parlò alla Camera di questa istanza. L'on. G. Nicòtera, Presidente del
Consiglio (ricordando la sua permanenza a Piedimonte,
San Gregorio e Sant'Angelo)
ne ricordò l'importanza, e conchiuse fosse tenuta presente nelle nuove
costruzioni come 4^ categoria. Rimase impegno.
Se ne riparlò
ancora alla
Camera il 19 e 26 maggio del 1884. Nicòtera e De Renzis insistettero, e il ministro Genale
convenne di vederne tutta l'importanza; atteso che
l'unione delle due strade Foggia-Caserta e Caserta-Roma mediante la linea Telese-Caianello
faceva sì che tutte le Puglie colle provincie
di Benevento e di Avellino, si avvicinassero a Roma di 40
o
Pure alla Camera, il 6
Marzo 1885, De Renzis con altri 51 deputati
presentarono un ordine del giorno per
La ferrovia, nel progetto di Dovara, dal Torello presso Amorosi, avrebbe sorpassato il Titerno e l'Alivénto, raggiunto S.Maria del Bagno e Carattano, attraversato una galleria di m. 1.400, e sarebbe giunta alla stazione di Piedimonte, da far edificare a Campanella, e attraversato Torano vecchio e via dei Pioppi, continuava per la masseria Panella, i Vergini, il Fusaro, ecc. fino a Caianello.
Intanto gli anni passano e progetti e promesse mai mantenute si susseguono.
Ed eccoci
arrivati
all'on. Scorciarini
Coppola. I progetti furono due.
L'itinerario del primo percorreva la linea Roma-Cassino-Caianello-Telese-Benevento-Casàlbore-Bùccalo di Faeto-Foggia. Tutti favorevoli, ma quando si trattò di farla comprendere fra le principali dello Stato, il Ministro dei Lavori pubblici, in data 7 aprile 1908, non la ritenne necessaria al completamento della rete ferroviaria statale. Non potendo essere statale, poteva essere locale.
Allora ecco il secondo tentativo.
E' del 1909 il
progetto dell'ing. Allegretti per la società inglese Davis
Worth. Erano previsti
Nel 1928 un altro
tentativo. L'ISEF (Imprese stradali e ferroviarie) di Roma pubblicava una
relazione e un progetto per
Nel 1947 ci fu il progetto di massima dell'ing. Bruno Renda. La linea vi
affiancava quasi la via Latina: con due grandi curve
presso il bivio di Caianello e sotto i Quattro Venti;
due curve minori alla confluenza dell'Alivénto-Volturno
e presso Amorosi, in tutto
Dalla stampa molisana
e dal ben informato Paolo Pietravalle si ricavano notizie del grandioso progetto per perforare il Matese anche per farvi proseguire la ferrovia piedimontese. Questo allo scopo di
abbreviare le distanze sulla futura Napoli-Vasto o Napoli-Termoli. La galleria non poteva attraversare
in linea retta il massiccio a causa della sua natura carsica che faceva
presupporre difficoltà enormi sotto la zona del lago. Ci troviamo infatti su una diagonale che va da m.
Si pensò, allora, ad una deviazione Piedimonte-San Potito-Auduni-Cusano Mutri. In tal caso il collegamento submatesino risultava di km. 31+700, e questo riduceva il percorso Napoli-Vasto di quasi il 40%. Poteva seguire il percorso della galleria dell'acquedotto. Nei primi anni '90 il prof. Giuseppe Pace, attraverso una sua interessante relazione, riportava all'attenzione l'importanza di tale realizzazione che, considerati i tempi, doveva essere affiancata da un'autostrada. Tutto è finito nell'oblìo, anche lo spirito di iniziativa.
[1] Dopo Amoroso, la Ferrovia andrà per lungo rettifilo, al termine del quale valicherà il Titerno, a non molta distanza da Faicchio, e volgendo a sinistra camminerà per la costa, e quindi traverserà le gole della Caprereccia; e poi rivolgendo a destra accennerà a Piedimonte, e ne taglierà lo stradone che vi conduce. Questo tratto, lungo miglia 11, avrà due stazioni: Faicchio sul Titerno, Piedimonte d'Alife nel piano sottoposto. Ed a brevi distanze da esse, sono terre di una popolazione riunita di oltre 65 000 abitanti. E la stazione di Piedimonte sarà importantissima; perciocchè oltre ad essere Piedimonte Città Vescovile e Capo Distretto, ha importanti stabilimenti manifatturieri, e può averne degli altri, a cagione della gran copia di acque motrici che possiede. La stazione di Piedimonte disterà dall'altra di Napoli per miglia 41 percorribili in poco più di ore due. Quindi un viaggio di due ore, si troverà sostituito a quello di un giorno, talora impossibile nei tempi piovosi. Dopo tagliato lo stradone di Piedimonte, la Ferrovia volgerà a sinistra, e radendo il piede del soprastante monte, passerà per sotto S. Angelo Raviscanina, ed arriverà alla sinistra di Ailano, a poca distanza da un tal Comune. Questo tratto sarà lungo miglia 9. Ed avrà due stazioni: Santangelo Raviscanina, Ailano. In S. Angelo scenderanno parte delle popolazioni de'monti soprastanti, e vi verranno quelle poste lungo la strada di Pietra Vairano, le quali sommano a 18000, e più. In Ailano sono oltre 1 800 abitanti. Nella stazione di Ailano la Ferrovia si diramerà in due: il ramo sinistro andrà a Ceprano congiungendo Napoli a Roma; il destro andrà per gli Abruzzi sull'Adriatico, e quindi al confine sul Tronto. Per cui la stazione di Ailano è di congiungimento de due grandi rami del ferroviario Abruzzese-Romano. Dalla stazione di Ailano all'altra di Napoli saranno miglia 50. Onde di miglia 50 sarà il tronco comune ai due rami di Ferrovia. (Ferrovia Abbruzzese pei Confini Romani, St. Tip. Nicola Porcelli, Napoli, 1856)